COMUNICATO STAMPA

Cagliari, 15 novembre 2016 - “Quanto uscito fuori dall’ultimo consiglio direttivo stride palesemente con i più ovvi principi di democraticità e meritocrazia. La democraticità impone, obbliga, sanziona che siano l’opera, il riscontro e soprattutto i voti ottenuti a sancire la qualifica da attribuire all’interno di un direttivo che, per l'appunto, si voglia definire tale. Non sono le pattuizioni da consorteria, gli accordi sottobanco che possono determinare gli assetti di una federazione, atteggiamenti questi più degni di una realtà imprenditoriale ed affaristica. E vengo all’altro aggettivo: meritocrazia. Quale principio ha ispirato la nomina delle varie cariche? Quale spirito ha animato le decisioni? Ma soprattutto quale dibattito sui fatti e le azioni poste in essere per la nostra federazione le ha motivate?

Su questi argomenti ho chiesto la revisione delle cariche attribuite all'interno del direttivo, riaprendo un dibattito democratico che tenga conto degli aspetti di cui sopra ovvero:

Esito delle preferenze ottenute;
Esperienza dei candidati, del loro valore e dei riconoscimenti ottenuti per il lavoro svolto;
Mancanza di requisiti di conflittualità con altre cariche interne ed esterne alla federazione;
Numero dei tesserati espressioni del club d’appartenenza.

Un tentativo di far riflettere sulla inadeguatezza delle procedure adottate per l'assegnazione delle nuove cariche nel direttivo. Richieste del tutto ignorate in totale spregio alle più elementari norme di democrazia partecipativa. Tutto quanto sopra squalifica l’operato dell’ACTI ridicolizzandone la credibilità.
Nell’affermare che i “numeri non contano” (1000 non ha lo stesso valore di 10, lo sanno anche i bambini) si sta facendo un torto non solo alla mia intelligenza, ma anche a tutti i tesserati che rappresento. Una fetta consistente delle entrate dell’ACT Italia ed è in forte crescita; crescita che può essere fonte di sviluppo o di dissesto economico per le attività della federazione, qualora venisse a mancare. Si tratta, in democrazia, di una semplice presa d’atto, di logica, di buon senso - non di “ricatto” o di “minaccia” - che non comprendere equivale a mancanza di realismo.

Ecco perché ho chiesto l’azzeramento degli incarichi espressi dal direttivo e una nuova votazione, secondo regole certe e chiare, per ridisegnare i nuovi assetti del direttivo nazionale e per tutelare le istanze di chiarezza, partecipazione e democraticità all’interno della nostra federazione.
Forse è bene ricordare che rappresentiamo una massa consistente di persone che ha preso coscienza che qui dentro ci sono tutta una serie di cose che non vanno bene, che vuole denunciare apertamente, alla luce del sole e senza veli, le tante magagne, che vuole cambiare una struttura istituzionalmente valida come è l’ACTI portandola a fare le cose che deve fare e che lo statuto vi e ci impone. Ma per far questo occorre chiarezza cristallina nell’operare a tutti i livelli. Per questo il mio gruppo, insieme ai nuovi portatori di idee sane e di linfa giovane, si batteranno.

“Hic manebimus optime” (QUI CI STIAMO BENE) e l’ACTI, che piaccia o no, è stata fin dal primo giorno della fondazione del nostro club la nostra unica casa e mi preme non solo mantenerla, ma renderla decisamente migliore operando nel rispetto delle regole, dell'etica, della morale e dell’appartenenza”.

Gigi Pambira - Presidente Club Camperisti Sardi (Club affiliato, da sempre, a Federazione ACTITALIA)
 
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